MARKETING SOCIALE .
LE UNDICI REGOLE DEL BENE COMUNE
Chi siamo Commenti Catalogo Giornali on-line Mappa del sito
INDICE
- Presentazione di Giuseppe De Rita
- Premessa di Renzo Bozzetti
- Ringraziamenti di Amedeo Nigra
- Il testo de “Le undici regole del bene comune”
- CAPITOLO PRIMO
LA FAMIGLIA. La famiglia è una importante componente
attiva del Bene Comune perchè è la prima forma
di organizzazione naturale.
1. La logica dei beni di consumo tende a dominare
anche la famiglia. Ma i rapporti personali richiedono
l’opposto: la stabilità (Vera Negri Zamagni)
2. La Famiglia rappresenta il nostro futuro (Renzo Bozzetti)
3. Lo Stato assistenziale non arriva ad aiutare giornalmente
tante persone, soprattutto donne, che trovano
su di loro pesanti carichi. (Giuseppe Anfossi)
4. La fatica di costruire la famiglia
alla fine premia (Gianni Locatelli)
5. La famiglia è il principio primo della persona
e, quindi, del bene comune (Luigi Stucchi)
6. Se si colpisce la famiglia si colpisce la società,
ma così si colpisce anche l’impresa (Alessandro Crespi)
7. L’impresa tende a riprodurre la famiglia come
ho sperimentato personalmente. (Walter Rasini)
8. Il tempo e la sua minor disponibilità
nei rapporti familiari sono la maggior difficoltà
di oggi per la famiglia (Giovanni Giavazzi)
9. Conclusione: la famiglia è la prima forma di organizzazione
Naturale, da valorizzare e da mantenere come sfondo di riferimento,
anche migliorare mercati e le imprese
- CAPITOLO SECONDO
L’IMPRESA E IL FATTORE ORGANIZZAZIONE. Il bene comune
si realizza e “funziona”, quando le imprese e i profitti sono organizzati,
verso uno scopo comune.
1. L’impresa propaga il bene comune valorizza
ricchezze che spesso sono dimenticate (Sonia Felice)
2. L’Ucid vuole dare il suo contributo alla conoscenza
della migliore economia (Renzo Bozzetti)
3. Un’impresa che guadagna è un’entità che può
valorizzare i giovani e il Paese (Michele Perini)
4. La banca per giovare alla collettività deve agire
con “il senso” dell’interesse pubblico e non
per i fini di potere (Roberto Mazzotta)
5. Di fronte agli eventi globali, noi abbiamo sempre
la possibilità di migliorare il risultato finale (Mario Boselli)
6. La caratteristica del bene comune è la creatività razionalizzata
resa possibile dal fattore organizzazione (Giorgio Fiorentini)
7. Conclusione: L’impresa, portatrice del “fattore organizzazione”,
è il grande protagonista del bene comune
- CAPITOLO TERZO
IL RUOLO DEI PROFESSIONISTI. I professionisti hanno un
preciso ruolo per l’acquisizione, lo studio e la raccolta,
delle conoscenze necessarie alla organizzazione del bene comune.
1. L’impresa è chiamata a gestire le conoscenze. Il problema
della professionalità sta in questa gestione (Piero Migliarese)
2. Il bene comune richiede sicurezza intesa come
conoscenza – verità (Libero Ranelli)
3. Le professioni nascono dal bisogno
di assistenza e di conoscenza specializzata (Pier Paolo Cagnani)
4. La Dottrina Sociale della Chiesa ci indica le conoscenze
professionali come un’inclinazione
naturale dell’uomo (Renzo Bozzetti)
5. Il professionista deve essere dotato delle qualità
di verità e di indipendenza (Guido Corbetta)
6. Le difficoltà legislative sono una delle ragioni
per cui esistono i professionisti (Giuseppe Bernoni)
7. Conclusione: le conoscenze professionali e soprattutto
le conoscenze “che organizziamo”, sono il tessuto
connettivo del bene comune
- CAPITOLO QUARTO
IL NON PROFIT. Profit e non-profit sono due aspetti organizzativi
delle azioni dell’uomo, verso l’interesse generale.
1. Bisogna “manomettere” la società, portandola verso
il bene. Il non profit, come l’impresa,
ha questo scopo: aumentare il bene comune (Federico Falck)
2. È utile raffrontare i metodi e i vantaggi prodotti: l’impresa
e la “non-impresa” (Franco Nava)
3. Nel Non Profit, troviamo una risposta all’eterna lotta interiore
dell’uomo, tra il suo egoismo e il desiderio
di fare del bene (Renzo Bozzetti)
4. Il terzo settore, è quella parte di economia in cui si gioca
una imprenditorialità, per un obbiettivo
diverso dal denaro (Elio Borgonovi)
5. La solidarietà deve avere un aspetto tecnico
il non-profit funziona quando ha questo
aspetto tecnico (Angelo Bazzari)
6. Capire se una onlus è davvero onlus richiede
fatica e, cultura e esperienza (Lorenzo Ornaghi)
7. Conclusione: il “non profit” è una manifestazione
della carità e della “gratuità tecnica”, indispensabile
alla società vista come l’organismo.
- CAPITOLO QUINTO
LE UNDICI REGOLE E L’ECONOMIA. Pensare al bene comune cambia il nostro
atteggiamento verso l’economia. Le parole e le regole sono utili per dare a tutti un
riferimento ideale sul “come agire”..
1. La ricerca di un punto di “mediazione permanente”
tra interessi privati e pubblici, dovrebbe essere
l’obbiettivo dell’economia (Nando Pagnoncelli)
2. La carità deve animare le scelte produttive
e organizzative (Salvatore De Giorgi)
3. Le undici regole del bene comune, sono state discusse
e preparate in un lungo cammino del
Gruppo Regionale Lombardo dell’U.C.I.D (Renzo Bozzetti)
4. Le regole vanno filtrate con la coscienza: di fronte
ad una norma, occorre riflettere
su come applicarla per realizzare il bene (Matteo Zanetti)
5. Il livello delle imprese e del nostro benessere, è
un modo per misurare anche il bene comune (Alberto Barcella)
6. San Francesco d’Assisi, diceva “la carità fa sopravvivere,
non vivere”; per vivere dunque occorre un ambiente
in cui tutti siano sussidiari all’altro (Angelo Ferro)
7. La comunità è composta da molteplici beni comuni
tra di loro collegati (Luigi Campiglio)
8. Bisogna essere prudenti nel parlare
di regole e bisogna sempre tenera a mente
il bene come risultato finale (Giovanni Giavazzi)
9. Conclusione: le regole del bene comune servono per
coordinare le comunità agli uomini verso uno scopo comune.
Per migliorare, l’economi occorre pensare e pronunciare
le parole “bene comune”. Perchè la parola congiunge il pensiero
e il pensiero produce l’azione.
- CAPITOLO VI
FANTASIE DI FILOLOGIA ECONOMICA IMMAGINIAMO IL SEGUITO DELLE UNDICI REGOLE: Basta usare la parole “bene”, e le borse salgono. Ma, allora, chiediamocelo: la parola bene è forse il primo mattone dell’economia? E, se così fosse, cosa attendiamo a usare questa parola, in modo capillare, in ogni angolo del mondo?
1. Cosa fare, in tempo di crisi? Ricorriamo all’immaginazione
e chiediamoci: perchè, a parità di condizioni,
alcuni popoli si sviluppano e altri no?
2. Il principio dello sviluppo è costituito
dall’esempio personale: così si accende l’imitazione ossia
il “social empathic learning”.
3. Attenzione: teniamo sotto osservazione “i rumors”
e promuoviamo i rumors sul bene comune.
Perchè solo così potremo avere uno sviluppo positivo.
4. Tutti gli uomini cercano il bene. Ma è la cultura del tempo
a dire cosa sia bene e cosa sia male. Ora, peraltro, quando
le persone ricercano il bene, rimangono spesso con in mano
un pugno di mosche, perchè la cultura non si esprime.
5. I punti 10 e 11 delle regole del bene comune:
non basta esortare le imprese.
Ciascuno migliori se stesso, nel proprio settore.
6. Per capire l’economia bisogna ricordare il divenire.
L’imperfezione è perfezione, perchè crea il movimento e la vita.
7. Facciamo lavorare la fantasia e immaginiamo un piano di sviluppo
immaginario, appunto, in un pianeta altrettanto immaginario,
che coinvolga tutti e che, per i prodotti finanziari, dia una
comprensibilità veramente popolare, simile cioè, a quella che abbiamo
per il gioco del calcio.
8. “In principio era il Verbo”, di San Giovanni, è molti di più
dell’inizio del Vangelo. È l’inizio dell’essere uomini
(gli unici a pensare e a pronunciare la parola),
è l’inizio di ogni scienza (che, senza la parola,
non potrebbe mai essere pronunciata) ed è l’inizio dell’economia
(che, senza la parola bene, resterebbe senza beni e, quindi, senza scopo).
- UCID Gruppo Lombardo: cariche sociali
- UCID Nazionale: cariche sociali
LINK GENERALI
Chi siamo Commenti Catalogo Giornali on-line Mappa del sito
Provider: Effebi Informatica - Via Sormani n. 15 - 20095 Cusano Milanino (MI) - tel. +39/02/66402374
fax. +39/02/66404056 - E-mail: info@effebi-informatica.com - sito: www.effebi-informatica.com
Copyright © - 2000 Marketing Sociale®, tutti i diritti
riservati. 02/89504671.
Milano Italy - E-mail:
posta@marketing-sociale.com
Direttore responsabile e proprietario: Amedeo Nigra, P.I. 06048960154