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ECCO PERCHE' LA CHIESA CATTOLICA "DEVE" USARE LA PUBBLICITA'
Che speranza avrà la Chiesa Cattolica di portare il messaggio evangelico ai 6 miliardi di abitanti sparsi nel mondo? Ben poca, purtroppo. Perché i problemi sono tanti. E i mass media sono schierati in tutt'altra direzione. E, così, la Chiesa e le organizzazioni religiose devono "scoprire" la pubblicità. La quale non è stata ancora valorizzata e riconosciuta come "scienza", per il semplice fatto che gli intellettuali non conoscono a fondo questa disciplina. E molto spesso l'avversano apertamente, accusandola di aver creato la civiltà dei consumi. Ma non è così. La nostra società ha invece creato quello che potremmo chiamare il "cosismo", ossia una forma di "umanizzazione" di cose inerti. Il "cosismo" ha cioè dato una valutazione morale a pure e semplici "cose". Come il "mercato", il "profitto", la "pubblicità". Ma questi sono semplici oggetti nelle nostre mani! Come possono essere buoni o cattivi? Quello che conta sono le azioni. Sta a noi usare bene il profitto, la pubblicità, il mercato. L'Europa Unita, ad esempio, è nata proprio con un profitto ben utilizzato. Là dove per tanti secoli avevano fallito generali e capi di stato, una ben calibrata prospettiva di profitto reciproco, ha unito quegli stati europei, che per millenni avevano combattuto guerre sanguinosissime. Così sarà per la pubblicità. Che potrà fare anche di meglio.
Diciamo la verità. Le imprese sono bravissime. I venditori di caffè, di saponette, di profumi, di bevande, eccetera, oggi sono gli unici che pensano a conquistarci e a farci sognare. Con i loro spot ci entusiasmano. E noi corriamo volentieri a svuotare negozi e supermercati. Ma, se le persone pensano solo a questi consumi, la colpa non è delle imprese o della pubblicità. La colpa è solo nostra. Che lasciamo sotterrato un grandissimo talento: il messaggio pubblicitario, appunto. Al contrario, bisognerebbe cambiare. Perché comunicare bene è il metodo migliore, per difendere la vita, la famiglia e la formazione cattolica. Occorre emulare l'impresa. Perché quella è l'unica via per crescere.
Il pubblicitario è indispensabile. Soprattutto ora e soprattutto nel campo della solidarietà. Il pubblicitario è un po' come l'elettricista. Che collega la luce. Senza questo "omino", milioni di oggetti diventano inutili. Senza quell'elettricista, investimenti enormi, in centrali elettriche, in macchinari e in tecnologia, divengono inerti, come pietre fossili. E, invece, arriva quel piccolo contatto. E tutto si muove. La pubblicità svolge lo stesso compito. Con il messaggio pubblicitario tutti ricevono un beneficio. Le imprese. I consumatori. I dipendenti. I fornitori. E la società migliora. Senza quel contatto, le grandi multinazionali dei consumi mondiali non sarebbero nulla. Perché non avrebbero mai raggiunto milioni di persone in tutto il globo.
Il messaggio evangelico è il più grande patrimonio dell'uomo. Ma ha bisogno di tanti "elettricisti". Tanti uomini, che diffondano quella parola, per farla vivere in ogni punto della terra. Ed eccoci, dunque al sito internet promozionalachiesa. Il quale nasce spontaneamente, proprio per tentare questa nuova pubblicità. Questo sito, raccoglie e segnala più di cinquecentocinquanta altri siti cattolici. Tra questi, anche quello importantissimo dedicato al Giubileo. Il sito contiene inoltre la grande "rubrica promozionalachiesa", dove chiunque potrà lasciare o registrare gratuitamente un messaggio, per discutere oppure per chiedere o per offrire solidarietà, in tutti i luoghi del mondo. Chi può accedere a internet ha ora, con promozionalachiesa, una opportunità in più, per "dare" o per "chiedere". Ed è bene che agisca subito. Senza perdere tempo.
Internet è ormai il più grande libro dell'universo. Internet è l'esaltazione della lettura. Con centinaia di milioni di capitoli. E con miliardi di fogli telematici. Ma cosa conterranno quelle pagine? Dipende solo dalle nostre azioni. E dipende anche dall'interesse che sapremo creare. L'Italia ha tante chiese e ha tante opere d'arte (il 40% del patrimonio artistico mondiale è nel nostro Paese), perché nella storia i principi italiani entrarono in competizione tra di loro, cercando di superarsi. Il sito promozionalachiesa spera di essere imitato e anche superato. Per far si che, in futuro, quelle "pagine-internet" parlino anche il messaggio evangelico. "Il tempo non concede spazio all'attesa inerte, alla mediocrità timorosa", ci ha recentemente ricordato il Santo Padre. Questo è un richiamo all'impegno. E al missionariato dei laici. E, forse, imparare a comunicare sarà il modo più efficace (ma anche il più entusiasmante!) per essere missionari nel nostro tempo.
Non comunicare è come non esistere. Dunque, per la sussistenza stessa della Chiesa Cattolica, bisognerà "scoprire la pubblicità". Ma, al di là di una vittoria "ideologica" del cattolicesimo, esiste il problema della povertà nel mondo. Un problema che vede la Chiesa impegnata in tutte le aree della terra, con le scuole, gli ospedali, le parrocchie, gli oratori, le missioni, il volontariato. E, anche qui, la pubblicità - proprio come "forza per creare ricchezza" - potrà essere il modo più sicuro per migliorare i risultati. La solidarietà ha bisogno di metodo e soprattutto di "perizia". Se, nell'ultimo conflitto balcanico, avessimo bombardato la Serbia, non con i missili, ma con gli spot, probabilmente avremmo ottenuto molto di più. Ma questa non è che una piccola idea, tra le mille possibili, per utilizzare la pubblicità in un modo completamente nuovo. Una scelta che è tutta nelle nostre mani. (a.n.)

 


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